26/06/17

Ricerca sugli effetti del Reiki a distanza sui pazienti oncologici

La fatica, lo stress e il dolore sono i sintomi più comuni tra i pazienti affetti da cancro. Lo scopo di dello studio "Effects of Distant Reiki On Pain, Anxiety and Fatigue in Oncology Patients in Turkey: A Pilot Study" di Demir M, Can G, Kelam A, Aydıner A. pubblicato nel 2015 è stato quello di determinare l'effetto del Reiki a Distanza (una variante della tecnica Reiki molto utilizzata con i malati) sul dolore, l'ansia e la fatica nei pazienti oncologici. Lo studio è stato condotto dall’Istituto di Oncologia dell’Università di Istanbul e pubblicato su Asian Pacific Journal of Cancer Prevention (Vol 16, 2015).
Ecco i risultati che sono emersi....



Il metodo
I pazienti colpiti dalla malattia sono stati divisi in due gruppi. Al primo gruppo, oltre alle cure convenzionali, è stato praticato Reiki secondo il metodo Usui; al secondo gruppo solo le cure convenzionali.
Tutti i pazienti sono stati informati rispetto alla partecipazione allo studio sul Reiki ma nessuno sapeva in quale gruppo era stato inserito.
Quelli trattati con la tecnica Reiki hanno ricevuto sei sessioni a distanza, di notte, della durata di 30 minuti ciascuna.
Un unico operatore Reiki, addestrato al 2° livello del metodo Usui (con 4 anni di esperienza) si trovava ad 8 km di distanza. L’operatore Reiki conosceva solo il nome della persona.

I risultati
Attraverso un'intervista in presenza e le consuete scale cliniche si sono misurati i parametri relativi a dolore, ansia e fatica che sono risultati significativamente ridotti in chi aveva ricevuto Reiki rispetto agli altri. 

Le conclusioni
Presto per trarre conclusioni in quanto si tratta di uno studio pilota: si richiedono ulteriori approfondimenti. In passato altri studi avevano mostrato un moderato effetto del Reiki sul dolore, con risultati non univoci. Altre indagini preliminari, come quella di Bowden del 2010, segnalavano una riduzione sulla scala dello stress. Di fatto, gli studi sono per lo più limitati dalla scarsa numerosità del campione e dalla mancanza di gruppi di controllo. Lo studio di Istanbul potrebbe incoraggiare ulteriori indagini nel merito.

Fonte: PubMed