13/12/17

Il Reiki a distanza: nessuna magia, solo fisica

In questi anni mi è capitato di parlare a molte persone del Reiki spiegando che cos'è e come funziona ma introdurre o rispondere a domande sul cosiddetto Reiki a distanza in presenza di persone che non conoscono ancora il Reiki in generale o non sono ancora praticanti esperti, non è cosa semplice. Molte persone sono in grado di capire i concetti base del Reiki in generale, ma il pensiero che questo possa funzionare nonostante la presenza di una distanza spaziale/temporale per qualcuno può rappresentare un concetto difficile da apprendere e digerire. Hanno difficoltà a capire come una sessione di Reiki possa essere realizzata senza associare l'invio dell'Energia  a qualcosa di tangibile che colleghi concretamente il reikista all'oggetto del trattamento.
Se conosci già il Reiki a Distanza puoi approfondire I Trattamenti Reiki a Distanza: quando usarli, con chi, con quali benefici
Se invece non riesci a capire come possano funzionare, prosegui la lettura.....

In realtà, se ci pensiamo bene, il telefono, la TV e internet (tutti strumenti a noi molto familiari) per funzionano utilizzando frequenze di energia che non possiamo vedere. L'elettricità nelle nostre case fa lo stesso, così come una radio. Tutti questi strumenti devono essere sintonizzati alla frequenza particolare in cui operano per poter funzionare. Tutti questi strumenti possiedono modi per regolare il flusso di energia tanto che possiamo uscire/spegnerli, rientrare o usarli in un modo diverso. E tutti erano ritenuti incredibili e magici dalla gente nel momento in cui sono stati scoperti. Adesso non stupiscono più nessuno. Mentre continuano a farlo invece le nuove scoperte. 
Il Reiki a distanza funziona allo stesso modo. 
Si tratta di Energia che deve essere "sintonizzata" alla persona/situazione a cui viene inviata. Una volta che è stata "sintonizzata" essa fluirà attraverso le correnti energetiche che esistono naturalmente, proprio come un segnale telefonico o un segnale wifi. La distanza non è un "oggetto" da superare per l'Energia, proprio come non lo è per le comunicazioni via Internet o telefoniche. L'energia che ci circonda porta tutte queste energie alla destinazione.  
Con la tecnica del Reiki a distanza il reikista e l'operatore Reiki rappresentano i canali di questo flusso energetico. Può essere difficile capire che i nostri pensieri, le nostre intenzioni e le nostre emozioni sono forme di energia. Eppure tutti noi possiamo avvertire che le nostre emozioni creano una sensazione di energia nel corpo. Possono anche capire che le terminazioni nervose e il midollo spinale aiutano a portare queste energie in tutto il corpo. Se facciamo un altro piccolo passo possiamo vedere la relazione tra i nostri pensieri e le nostre emozioni. E da lì non siamo lontani dal comprendere che i nostri pensieri e le nostre emozioni hanno un effetto sulle nostre percezioni e sulle persone che ci circondano.
Tutto è energia e tutto è collegato.

Per spiegare a qualcuno il Reiki a distanza e farlo avvicinare a questa tecnica occorre partire dal "punto 0" della persona stessa. Per qualcuno può essere tuttora complicato capire come possa funzionare internet. Ci vuole chiarezza e pazienza onde evitare di spaventare le persone, farle allontanare magari dal Reiki in generale (sarebbe un gran peccato!!). Per questo motivo all'inizio si tende a non affrontare questo argomento. Niente di segreto o esoterico. Si tratta di semplice tatto. Al Reiki a distanza ci si arriva piano piano.
Tatto e cautela sì ma, in certe situazioni, il Reiki a distanza può avere carattere di urgenza. Per esempio nel Pronto Soccorso oppure per trattare persone affette da patologie gravi o prolungate che necessitano di dosi massicce e costanti nel tempo (casi in cui la presenza fisica potrebbe essere impossibile o limitare di molto il dosaggio)

In realtà, anche senza scomodare le moderne scoperte, la guarigione energetica a distanza, nota anche come guarigione remota, guarigione a lunga distanza e guarigione in assenza è stata praticata nell’Estemo Oriente per centinaia di anni.

Il campo della Fisica Quantistica può dare alcune risposte su come funziona la guarigione a distanza. Michael Talbot scrive in “Holographic Universe”: “Nel 1982 è accaduto un fatto rilevante. Alla Università da Parigi un team di ricerca condotto da Fisico Alain Aspect ha dato luogo a quello che potrebbe rivelarsi essere uno dei più importanti esperimenti del 20° secolo. “Aspect ed il suo team hanno scoperto che in determinate circostanze le particelle subatomiche quali gli elettroni sono capaci di comunicare istantaneamente malgrado la distanza che le separa. Non importa se sono lontane 10 piedi o dieci milioni di miglia.”
Nel 1997 Nicolas Gisin ha replicato questi esperimenti e ha concluso che alcune particelle sembravano comunicare alla sconvolgente velocità di 20.000 volte superiore a quella della luce.
Talbot scrive a proposito di David Bohm, un Fisico molto noto: “Questa intuizione suggerì a Bohm un altro modo di capire la scoperta di Aspect. Bohm ritiene che la ragione per cui le particelle subatomiche sono in grado di rimanere in contatto le une con le altre malgrado la distanza non è perché inviano qualche sorta di misterioso segnale avanti e indietro, ma perché la loro separazione è un’illusione. Egli sostiene che ad un livello più profondo di realtà tali particelle non sono entità individuali, ma sono in verità estensioni dello stesso qualcosa fondamentale...... Se l’apparente separazione delle particelle subatomiche è illusoria, questo significa che a un livello più profondo di realtà tutte le cose nell’universo sono infinitamente interconnesse.”
Alcuni scienziati riconoscono ormai ciò che i mistici di vari tradizioni hanno detto per millenni, cioè che siamo tutti interconnessi e non siamo separati.

Nei tempi moderni molte modalità di guarigione a distanza sono state poi riconosciute anche in Occidente. Queste pratiche vengono studiate clinicamente in luoghi come il California Pacific Medical Center. Gli studi recenti sono stati finanziati dall’Institute of Noetic Sciences.

Nel 1988 il cardiologo Randolph Byrd condusse un esperimento volto a determinare gli effetti della preghiera su pazienti del Reparto di Cardiologia al San Francisco General Hospital durante l’arco di dieci mesi. Un computer decise a caso quali fra i 383 nuovi pazienti ricoverati coinvolti in questo studio sarebbero stati sottoposti a preghiera e quali no. I significativi risultati di questa statistica furono che i pazienti per cui si era pregato avevano cinque volte meno bisogno di antibiotici, avevano tre volte meno possibilità di sviluppare un edema polmonare… e nessuno dei pazienti per cui si era pregato aveva avuto bisogno di intubazione endotracheale (nella quale si mette un tubo nella gola del paziente) mentre 12 dei pazienti per cui non si era pregato avevano avuto bisogno di questa procedura.

Nel 2015 è stata pubblicata un'interessantissima ricerca sull'applicazione del reiki a distanza per i pazienti oncologici.

Se vuoi approfondire il Reiki a Distanza e sperimentarne i risultati, contattaci!