31/08/16

Reiki: una terapia complementare per il Parkinson?

Il Parkinson è una malattia neurologica descritta per la prima volta dal medico inglese Sir James Parkinson, il quale nel 1817 ne pubblicò un’accurata descrizione denominandola “Paralisi Agitante”. Questa patologia è causata dalla progressiva degenerazione dei neuroni di una piccola zona del cervello (la pars compacta della Sostanza Nera), che producono un neuromediatore (la dopamina) implicata in varie funzioni, tra le quali il controllo del movimento. La domanda è, il Reiki può rappresentare un supporto per i malati di Parkinson in forte aumento negli ultimi 30 anni? Pare di sì.......

La tecnica Reiki è stata inserita nel sito della EPDA European Parkinson's Desease Association. Ecco cosa dice l'EPDA riguardo a quello che il Reiki può rappresentare per un malato di Parkinson:
Ci sono poche ricerche sui benefici del Reiki per i malati di Parkinson anche se alcuni studi nella popolazione generale hanno dimostrato la tecnica può aiutare dando sollievo dal dolore e migliorando l'umore e la depressione. Pare che il Reiki possa innescare sensazioni di benessere, calma e un senso di controllo - che è di evidente beneficio per la famiglia e gli accompagnatori. L'energia Reiki calma la mente e allevia lo stress armonizzando e bilanciando lo stato emotivo; aiuta a nutrire e guarire il tessuto danneggiato favorendo l'autoguarigione naturale del corpo ed i processi di disintossicazione; nutre l'anima con delicatezza e profondità.
Alcuni dei potenziali benefici del Reiki nei malati di Parkinson citati dai Reiki Master sono: canalizzazione dell'energia Reiki alla parte del cervello che regola i livelli di dopamina; miglioramento della funzione della barriera emato-encefalica in modo che i farmaci di Parkinson possano essere consegnato in modo più efficiente al cervello; miglioramento della vitalità e canalizzazione dell'energia negli organi colpiti dai farmaci per il Parkinson.
Ogni paziente risponde in modo diverso al trattamento Reiki, ma in genere innesca un rilassamento profondo, migliora la vitalità e può essere una risorsa per combattere i sentimenti di negatività e la depressione.
Il Reiki, inoltre, è una tecnica non invasiva e sicura.

La Fondazione Grigione per il Morbo di Parkinson inserisce il Reiki tra le terapie complementari (parkinson.it), ma anche l'APDA American Parkinson Desease Association,  Parkinson's Resources OrganizationThe Michel J.Fox Foundation.

Anche i risultati dello studio "Autonomic nervous system changes during Reiki treatment: a preliminary study" realizzato nel 2004 da Mackay N., Hansen S., McFarlane O.  (Fonte PubMed), sono decisamente ottimisti.
Gli obiettivi dello studio (trial cieco) erano quelli di indagare se una terapia complementare come il Reiki ha qualche effetto sul funzionamento del sistema nervoso autonomo. I trattamenti venivano realizzati in una camera tranquilla all'interno di una clinica ambulatoriale. I pazienti sono stati 45 e assegnati a caso a tre gruppi (nessun trattamento, solo riposo; trattamento Reiki fatto da un operatore esperto; trattamento placebo realizzato da una persona senza alcuna conoscenza del Reiki e che imitava il trattamento Reiki).
Sono state effettuate misurazioni del sistema nervoso autonomo relative a: frequenza cardiaca, tono vagale, pressione sanguigna, sensibilità baroriflessa, attività respiratoria. I valori durante e dopo il periodo di trattamento sono stati confrontati con i dati di riferimento.
I risultati emersi sono stati: frequenza cardiaca e pressione sanguigna diastolica diminuita significativamente nel gruppo Reiki rispetto ad entrambi i gruppi placebo e di controllo.
Lo studio indica che il Reiki ha qualche effetto sul sistema nervoso autonomo. Tuttavia, questo era uno studio pilota con relativamente pochi soggetti ed i cambiamenti erano relativamente piccoli. I risultati giustificano ulteriori studi più estesi per verificare gli effetti biologici del trattamento Reiki.

Questa, infine, è la testimonianza diretta di Karl Robb, un paziente (autore anche per la National Parkinson Foundation)

"Oltre un decennio fa, ho avuto la fortuna di incontrare il mio attuale insegnante di Reiki. Quando mi ha introdotto al Reiki, ho pensato che fosse pura ciarlataneria, ma non avevo niente da perdere nel mantenere una mente aperta. Dopo aver sperimentato il Reiki, non ero solo affascinato, ma la mia vita è cambiata in meglio. Dopo 12 anni oggi sono facendo un corso di formazione per Master Reiki con il mio stesso insegnante nella speranza di condividere questa tecnica con altri malati di Parkinson. Ho assistito ad una trasformazione non solo in me, ma anche in quelli con cui ho lavorato. Ho potuto vedere come il Reiki calma, rilassa e migliora le condizioni di coloro che sono disposti a provare. Provare per credere. Quando ho ricevuto la mia prima sessione di Reiki stavo camminando male e il mio equilibrio era pessimo, ma un'ora dopo la mia prima sessione, mi sono sentito ringiovanito e la mia camminata era notevolmente migliorata. Volete una prova scientifica di come il Reiki mi ha aiutato a migliorare negli ultimi 10 anni? L'unica prova che ho è il risultato finale e, a mio modesto parere, è impressionante. Mostratemi un farmaco o una procedura che è gratuita e non invasiva e che abbia lo stesso effetto. Io non ho dubbi, se non fosse stato per il Reiki  sarei in una condizione molto più grave di quella attuale. Io e mia moglie abbiamo recentemente lanciato un corso per insegnare il 1° livello Reiki a persone con il Parkinson. La risposta è stata incredibile. In meno di una settimana le iscrizioni al corso erano talmente numerose da richiedere la creazione di una lista d'attesa. Indubbiamente, questo non sarà il primo corso! Credo che medici e neurologi in particolare dovrebbero raccomandare il Reiki ai loro pazienti come terapia complementare. Non vi è alcun motivo per non suggerire qualcosa che aumenta l'energia, acquieta l'animo, calma il cuore, rilassa i muscoli e riduce la discinesia. Lo yoga, la meditazione, l'agopuntura ed il Chi Gong dovrebbero essere studiati come un cocktail di terapie che può portare benefici. ......."