13/03/17

Reiki in Hospice: l'esperienza dei volontari F.A.R.O a Torino


La  Fondazione F.A.R.O. di Torino negli anni ha offerto ai propri assistiti, ricoverati in hospice, la possibilità di ricevere dei trattamenti Reiki. Nei primi due anni si è avvalsa di un’associazione esterna, “Cerchio di Luce”, in seguito è stato realizzato un piccolo gruppo di volontari F.A.R.O. coadiuvato da un’infermiera. La scelta di formare un gruppo interno alla Fondazione è derivata dalla diretta conoscenza di ciascun ospite e dalla loro integrazione con le altre figure professionali.

La tecnica Reiki proposta si è avvalsa di uno studio retrospettivo volto a caratterizzare la funzionalità della pratica in un periodo compreso tra Agosto 2012 e Agosto 2013.
Per promuovere la conoscenza della metodica Reiki ci si è avvalsi dell’utilizzo di locandine esposte nelle bacheca di ciascuna stanza al fine di presentare il trattamento.
Infermieri e OSS hanno raccolto le richieste di trattamento successivamente proposte ai volontari Reiki.
I motivi che hanno mosso i pazienti ad accettare di essere trattati sono stati: la conoscenza del Reiki, il consiglio di parenti che praticano il Reiki, la semplice curiosità, il desiderio di trovare rimedio allo stato d’ansia e la ricerca di un pò di pace interiore.
Il trattamento è avvenuto nella stanza del paziente, a letto o seduto, cercando di creare un ambiente riservato e rilassante anche attraverso l’utilizzo della musica.
In un primo momento con il paziente si è entrati nel merito sia della tecnica, per offrire informazioni più dettagliate, sia delle aspettative dello stesso e sono state raccolte le sensazioni dell’ospite e dell’operatore.
Le informazioni ottenute prima e dopo il trattamento sono state riportate in una scheda appositamente costruita.

I risultati disponibili al 31 Agosto 2013 sono di 41 ospiti trattati (30 donne e 11 uomini) con 138 trattamenti. 
Non è possibile stabilire una media di trattamenti a causa della precarietà di permanenza dei pazienti in hospice. 
I dati riportati riguardano sia aspetti quantitativi (criteri di eleggibilità, il numero degli ospiti trattati, la loro patologia, età e sesso), sia aspetti qualitativi relativi alle sensazioni registrate dagli operatori e dagli ospiti.
Nei primi mesi di sperimentazione è stata confermata la
fattibilità del progetto e definiti il gruppo e le modalità di
intervento.
La presa in carico degli ospiti e i risultati ottenuti hanno indotto altri operatori ad acquisire la tecnica per offrire un servizio più ampio; si sta curando la formazione di un gruppo Reiki sia rispetto agli obiettivi sia rispetto all’uniformità del trattamento proposto.
Le aspettative del gruppo sono di continuare ad offrire, come riferito al termine di un trattamento da un paziente, una “coccola  rilassante” che contribuisca a sostenere l’equilibrio dell’ospite.
Il trattamento Reiki si è pertanto dimostrato un utile veicolo per stabilire momenti di empatia che hanno permesso, in molti casi, di avere una “chiave d’accesso” per rapporti molto profondi.