01/12/16

Differenze e similitudini tra Reiki e Pranoterapia

Spesso Reiki e Pranoterapia vengono confuse ed assimilate come tecniche. Il termine pranoterapia è molto più conosciuto quindi tende a inglobare il Reiki di più recente diffusione. In realtà sono tecniche solo esternamente e formalmente simili ma profondamente diverse per quanto riguarda gli aspetti sostanziali. Vediamone le differenze....
L’operatore Reiki rappresenta un tramite, un canale di quell'Energia Universale (non sua) che in quanto tale è inesauribile. La sua azione prevede il solo irradiamento energetico quindi non corre il rischio di assorbire l'energia personale del cliente (gli scambi energetici personali rimangono ovviamente quelli comuni in qualsiasi tipo di relazione a prescindere dal Reiki).
Il pranoterapeuta invece è esso stesso fonte di energia per il cliente. È da sottolineare però che non si dissocia dalla visione di un'energia universale esterna a lui, ma essendo anch'egli parte stessa dell’Universo, agisce sul cliente tramite l’elaborazione dell’Energia Universale che avviene in lui. Questa differenza, nonostante possa sembrare ad alcuni solo marginale, in realtà ha concettualmente una valenza molto profonda. Un pranoterapeuta ad esempio, secondo quest’ultima logica espressa, non può operare in condizioni di problemi personali in quanto la propria energia o elaborazione di essa si troverebbe in condizione critica a differenza di un Energia Universale che attraversa solo un canale (come nel Reiki).
Sostanzialmente operatore Reiki posso diventarlo, pranoterapeuta no perchè quest'ultimo è una persona che nasce con una quantità di energia personale in eccesso rispetto al suo fabbisogno. Chiaramente poi anche i pranoterapeuti lavorano su questa loro predisposizione innata (spesso pare anche tramandata a livello familiare) migliorandola con la formazione e l'esperienza.
Il pranoterapeuta, anche non escludendo trattamenti di sola imposizione manuale, aggiunge inoltre la visualizzazione come canalizzatore dell’energia al fine di condizionarne l’effetto e presenta una mano radiante ed una assorbente. Quest’ultima, è utilizzata per assorbire energia dal cliente e potrebbe, nel caso di un operatore non ben preparato, sortire effetti negativi sull’operatore stesso.
Anche il pranoterapeuta, come in genere l'operatore Reiki, non utilizza alcun tipo di manipolazione.
Esistono ormai sul mercato diversi pranoterapeuti che sono anche reikisti (più o meno ufficialmente) e che continuano a presentare la loro originaria identità professionale ma poi nei fatti durante le sedute in realtà realizzano Trattamenti Reiki al cliente. Perchè? Fondamentalmente perchè è più semplice e meno rischioso per loro come operatori.

Esiste dunque una tecnica migliore tra cui scegliere?
Non esiste una risposta a questo tipo di domanda se non quella di valutare le proprie caratteristiche e le proprie convinzioni. L’errore però che di sicuro non si deve commettere è quello di entrare nella trappola di valutare le due tecniche come fossero in competizione fra di loro e decretarne la vincente.
La verità è che le due tecniche condividono uno scopo comune utilizzando due visioni diverse.
Il risultato finale dipende solo parzialmente dalla tecnica impiegata in quanto il valore maggiore è dettato dall’operatore stesso e dalla sua capacità di capire e relazionarsi con il cliente (si tratta pur sempre di una relazione d'aiuto). occorre non dimenticare mai che è il cliente che si “cura” attraverso l'operatore e non l'operatore che cura il cliente. In questa visione il terapeuta (reiki o prano che sia) rappresenta in ogni caso solo un mezzo per arrivare ad uno scopo.